Tra le innumerevoli ville si trovano tra la più importante quella di Polesella:
La realizzazione della villa fu voluta da Pietro Morosini, che acquistò la casa demaniale e i relativi fondi nel 1555 dalla famiglia ferrarese dei Graziadei. Gli studiosi ritengono che l’architetto Vincenzo Scamozzi (1552-1616) abbia progettato la struttura originale nella seconda metà del XVI secolo, per adattare la fabbrica preesistente alle esigenze di rappresentanza della famiglia Morosina. La villa serviva sia come centro di conduzione del fondo agricolo sia come luogo di rappresentanza della famiglia. Successivamente, Francesco Morosini (Venezia 1619-1694), denominato anche il Peloponnesiaco e futuro Doge di Venezia, si rivelerà una figura molto importante per la storia di questo edificio, apportando modifiche significative all’assetto della villa che rimarrà sostanzialmente invariato fino ai giorni nostri. Con la sua committenza si intraprendono interventi come la sopraelevazione del salone e la realizzazione del timpano semicircolare superiore, insieme a trasformazioni interne e decorazioni parietali, attribuite all’architetto Antonio Gaspari che all’epoca era il principale architetto coinvolto nelle realizzazioni della famiglia Morosini; nella stesura dell’ultimo testamento di Francesco Morosini, risalente al 1693, viene chiamato proprio proto della famiglia Morosini. Elisabetta Morosini, l’ultima discendente della famiglia, sposò il generale ungherese Paolo Antonio Gatterburg, da cui ebbe una figlia, Loredana. Verso fine Ottocento, dopo la morte di Loredana Morosini Gatterburg, rimasta nubile, l’intero patrimonio passò ai Gatterburg, proprietari dell’omonimo palazzo in Santo Stefano a Venezia. Con notevole impegno, però, il comune di Venezia riuscì ad acquistare alcuni cimeli appartenuti a Francesco Morosini, ora conservati al museo Currer.
Trasformazioni interne e restauro
Nell’ala ovest e nel corpo centrale sono stati individuati considerevoli lavori di ampliamento volumetrico. Oltre all’inserimento delle lesene ioniche nella facciata e alla sopraelevazione del tetto, la dimensione del salone centrale è stata aumentata, portandolo ad un’altezza di 7,8 metri. Grazie alla committenza di Francesco Morosini, la villa ha assunto la sua conformazione definitiva, con la soprelevazione dell’ala ovest e la realizzazione del timpano semicircolare superiore per mascherare il sopralzo. Durante il periodo in cui la villa fu abitata dal futuro doge, vennero effettuate le trasformazioni interne e le decorazioni. Questi interventi sono attribuiti ad Antonio Gaspari, architetto, scultore e decoratore, che ha lavorato per i Morosini anche in altre proprietà.
La villa è stata sottoposta a radicali e oculati restauri conservativi tra il 2004 e il 2005. Durante questi interventi, è stato rifatto il pavimento del salone centrale ed è stata ripristinata una sala nell’ala ovest, decorata con stucchi settecenteschi

©Fam.Contarini